L’importanza del lavoro di rete sul territorio

La solidarietà e l’accoglienza non si esaurisce nel fornire un piatto e un posto sicuro. Passa anche dalla possibilità e dalle occasioni di crescita offerte ai giovani che provengono da contesti difficili. Tra loro le ragazze e i ragazzi che hanno dovuto lasciare il proprio Paese e che sono in cerca di un futuro migliore. A loro come a tutti giovani devono essere garantite le migliori opportunità di educazione possibili. E a questo obiettivo è finalizzato il prezioso lavoro di rete rappresentato dal progetto “EUI Refugee Initiative (EUIRI)”.

Il progetto vede coinvolti l’istituto universitario europeo insieme alla Caritas diocesana di Firenze e alla Fondazione Caritas. Grazie alla collaborazione di diversi enti del territorio è stato infatti possibile finalizzare un nuovo accordo per dare accoglienza ai richiedenti asilo e rifugiati presso l’IUE. Il progetto “EUI Refugee Initiative (EUIRI)” è attivo dal 2016 ed è stato recentemente modificato per accogliere le nuove esigenze scaturite dalla situazione afghana.

Il presidente della Fondazione Caritas, Vincenzo Lucchetti, si è detto orgoglioso di poter collaborare con le altre realtà del territorio al fine di formulare e studiare nuove strategie di aiuto.

“E’ importante essere e rimanere in ascolto delle esigenze che provengono dal territorio, ed essere pronti a proporre progetti che siano in grado di offrire una risposta reale e al passo coi tempi. Il tema delle migrazioni è una sfida a cui si deve rispondere grazie alla collaborazione con altri enti istituzionali e del territorio. Perché tutti possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo in base al bagaglio di competenze e conoscenze che ogni realtà porta con se. Nei mesi scorsi la questione afghana ha riportato prepotentemente al centro della scena pubblica il tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo – continua il presidente della Fondazione Caritas Vincenzo Lucchetti – Nelle strutture della Fondazione sono accolte le calciatrici della squadra di calcio femminile di Herat. Per loro come per tutti gli altri giovani inseriti nelle nostre realtà, è previsto un percorso finalizzato all’autonomia e all’inserimento sul territorio. Perché la loro indipendenza rappresenta la nostra vittoria”.