Il Progetto Perché niente Vada Perduto

Foto – Una volontaria della mensa

Le parole di Monia Monteleone, volontaria responsabile del Progetto

Il progetto “Perché niente vada perduto”, portato avanti dalla Caritas Diocesana in collaborazione con la Fondazione Caritas, si inserisce nella logica che vede contrapporsi da un lato lo spreco alimentare e dall’altro la crescente necessità di cibo.

Nasce nel 2016 grazie ad un gruppo di volontari che operano alla Mensa di Via Baracca ed ha l’obiettivo di recuperare tutti quegli alimenti che provengono da mense scolastiche ed aziendali, mercato ortofrutticolo (prodotti freschi), grande distribuzione (supermercati) e consegnarli alle Caritas parrocchiali che si occupano di sostenere le famiglie in difficoltà. I volontari, trovandosi di fronte alla volontà di non sprecare il cibo donato e di redistribuirlo nella maniera più efficace possibile, si sono attivati ed hanno creato un sistema di rete tra tutte quelle parrocchie che già si rivolgevano al magazzino della mensa per richiedere il pacco viveri. Inizialmente hanno preso parte al progetto 37 realtà parrocchiali sparse in tutto il territorio diocesano (collocate soprattutto nei vicariati dell’area urbana).

Monia ci racconta la situazione attuale sia per quanto concerne la richiesta alimentare sia in merito alle donazioni e al recupero merci.

Nei primi 5 mesi del 2022, delle 51 parrocchie che aderiscono al Perché Niente Vada Perduto e che si occupano di aiuto alimentare, se ne sono presentate alla distribuzione in magazzino 41, che assistono 4.419 famiglie, per un totale di 12.292 persone (adulti e minori). Dai dati raccolti nelle precedenti annualità, Monia ci riferisce che nel 2020 le “nuove” famiglie che si sono inserite nel circuito degli aiuti sono state 1.688 per un totale di 3.575 adulti e 425 bambini da 0-3 anni. Nel 2021 a queste se ne sono aggiunte ulteriori 709 per un totale di 1.299 adulti e 638 bambini da 0-3 anni.

Monia prosegue la sua riflessione dicendo:

Il Progetto è in prima linea per recuperare quello che nel mercato è un “in più”; e che quindi diventa scarto alimentare, soprattutto del fresco, ma in questo momento viviamo di una grande carenza di raccolta e di donazioni tanto da sospendere, spesso, la distribuzione alle parrocchie! A cosa è dovuto tutto questo è facile immaginarlo: in questo periodo storico l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e non solo ha portato ad un’attenzione maggiore negli acquisti (si fanno meno scorte, si arriva ad avere anche meno prodotti negli scaffali in alcuni periodi), siamo arrivati addirittura, nei mercati, a vendere lo scarto, cosa che prima non succedeva… Questo non significa che sia finito lo spreco, perché questo finirà solo quando tutti prenderemo coscienza dei grossi danni che questo produce all’ambiente e alla nostra salute. Il periodo che stiamo vivendo lo riteniamo pericoloso perché porterà meno alimenti per i nostri poveri, che sarà difficile sostenere soprattutto prevendendo che aumenteranno tantissimo.

Monia Montaleone

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